Non sappiamo con certezza chi sia l'autore dell'opera conosciuta come Dârâb-nâmé/Il Romanzo di Darab. Viene abitualmente identificato con Abu Tâher ibn Hasan ibn ‘Ali ibn Musà al-Tarsusi (ca. XI / XII secolo) ma non si puo' escludere che l'autore sia una donna, ipotesi avanzata da Angelo M.Piemontese. L’opera intera è tradotta in lingua russa (N. B. Kondureva, 2000) e a forma antologica in francese (M. Gaillard, 2005).
In 1169 pagine (edizione a stampa) si snodano le vicende speculari di Dârâb/Dario e Iskandar/Alessandro : Dario è abbandonato alla nascita dalla madre Humay che lo vede come un possibile rivale, Alessandro nasce da Nahid, principessa "romana" presa in moglie per una notte da Dârâ figlio di Dârâb e subito ripudiata, ed è lasciato in fasce alle porte del convento in cui vive il saggio Aristotele. Cresciuti nell'anonimato, vengono riconosciuti dalla madre all'apparire di una montata lattea. Viaggiano per mari e isole, tra molteplici avventure, affiancati da un gran numero di donne consigliere-guerriere-nemiche-amanti. Humay trasmette a Dario la regalità iranica ma Alessandro, figlio di una straniera, diviene re solo sposando Burandukht nipote di Dario. Innumerevoli le figure animano il romanzo – filosofi e filosofe, schiave e regine, cannibali, marinai e profeti – e solo in parte risalgono all'epica iranica (come Zal, Rostam, Esfandyar…).